E se il malcontento sembrava essersi allontanato e la nuvoletta di Fantozzi aver lasciato il cielo più sereno su Formello, l’ottobrata romana c’è arrivata in piena faccia sotto forma di “Intel” ed un passivo esagerato.

Le critiche al modulo anche si erano scansate, ma dopo lo schiaffo preso, riecco sotto processo la difesa e lo schieramento in campo.
Per qualche giorno nessuno si era più chiesto che fine avesse fatto Luis Alberto e nessuno era preoccupato per lo scarso rendimento di Milinkovic-Savic.
Adesso però è esploso nuovamente il calderone.

E fu di nuovo caos apocalittico.

Il web non tace e pullula di commenti impietosi che non hanno certo risparmiato nessuno, giocatori e mister, per poi sfociare nella solita tribolata questione mercato, pro e contro Lotito.
Insomma, una storia nota con fantasmi che inseguono la Lazio.
Torna in auge la “retrocessione”, svalutato da 150 milioni a 10 il valore di Milinkovic, una tragedia!

Il tabù è “big match”, oramai però ce li siamo tolti tutti, o sarà anche la Spal?
Sì, ce li siamo tolti tutti, almeno fino al ritorno.
Tremate!

I biancocelesti però, hanno dimostrato più volte di avere un grande spirito di “sopravvivenza”, dopotutto anche le “piccole” fanno il campionato.
Le “grandi” servono solamente all’autostima, merce rara di questi tempi e siamo d’accordo, ma alla fine tutti noi cerchiamo sempre un alibi: eh beh, non abbiamo fatto mercato.

Il punto è proprio questo, Signori e Signore, un mercato che dovrebbe posizionarsi al centro rispetto a quello di questi ultimi anni che ha oscillato dai 20 anni in giù e dai 30 in su.
Esempi? Pedro Neto, sì oramai ha 45 anni ma quando arrivò ne aveva appena 17 e Silvio Proto ultratrentenne.

Due estremismi: o giovani di belle speranze inespresse, o calciatori navigati che se ti va bene fanno 3 stagioni.

Inzaghi ha iniziato ad avere il terrore del primo gol subito, ad oggi la Lazio infatti non ha mai pareggiato, ha preso schiaffi o ha tirato avanti con vittorie pratiche e senza fronzoli.

Ma che di vincere gli scontri diretti non ci frega poi molto?

Noi troviamo la nostra gioia nel gollazzo a Udine con tanto di corsetta ed abbraccio di mister Inzaghi a qualcuno dei suoi, sì, perché in fondo questo ci fa felici.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *